Intervista a Carmela Bertone, la sua esperienza con il mondo delle persone sorde
Carmela Bertone è un nome ormai conosciuto per chi si occupa di lingua dei segni italiana (LIS). Docente universitaria presso l’Università Ca’ Foscari Venezia, ricercatrice linguistica e insegnante di studenti sordi alle scuole secondarie di primo grado. Carmela ci racconta la sua passione per la LIS, il suo interesse per la ricerca e il suo punto di vista in merito a questa realtà. L’entusiasmo di Carmela e le tantissime cose da dire su questi argomenti ci hanno coinvolto molto e abbiamo deciso di offrirvi la prima parte dell’intervista in questo articolo e la seconda in un altro articolo di blog.
Anche se molti lettori di questo blog ti conoscono già, faresti una breve presentazione di te?
Ci sarebbero tante cose da dire! Mi occupo principalmente di lingua dei segni e di scuola, soprattutto dell'insegnamento della lingua italiana ad alunni sordi, previsto nei progetti di inclusione della scuola italiana. In poche parole, non potendo mettere in pratica un piano di formazione e istruzione su misura e specifico per gli studenti sordi, cerco di trovare loro il percorso più adeguato all’interno della realtà scolastica italiana attuale.
Com’è la realtà scolastica italiana per gli alunni sordi?
Non è certamente una delle migliori…gli alunni sordi spesso vengono isolati e non hanno la possibilità di confrontarsi con altri compagni sordi o udenti. In una scuola che richiede lavoro di gruppo e confronto tra pari, questa è una grande contraddizione. Non ci sono gli strumenti adatti, al momento, per una vera e propria inclusione e c'è sempre un tentativo di normalizzazione del disabile, non di inclusione.
Oltre a essere insegnante, sei anche una ricercatrice e una docente universitaria. Quali sono le tue aree di interesse specifiche?
Negli anni di dottorato (2003-2006) ho condotto una ricerca linguistica sulla LIS. Successivamente ho focalizzato la mia attenzione anche su studi volti all’individuazione di problemi nella traduzione italiano-LIS. Fondamentalmente sono interessata alla ricerca della LIS, anche se insegnando nelle scuole secondarie di primo grado non riesco dedicare molto tempo a questo interesse che viene ravvivato solo dalle lezioni di teoria della LIS che tengo all’Università Ca' Foscari Venezia. Attualmente insegno anche ai Master dell’Università Ca’ Foscari “Teoria e tecniche di traduzione e interpretazione italiano/lingua dei segni italiana” approfondendo la parte relativa alla traduzione in LIS, e “Didattica e psicopedagogia per gli alunni con disabilità sensoriali”. Infine sono docente anche nei corsi per insegnanti di sostegno dove mi occupo della formazione relativa alla disabilità uditiva.
Durante le tue molteplici attività, sicuramente ti saranno capitate situazioni divertenti. Siamo curiosi, ci racconti un episodio che ti ricordi ancora?
Devo dire che sono stati numerosissimi gli stimoli, le curiosità e le meraviglie che ho incontrato nel corso della mia via vita con studenti e colleghi. Ricordo una serata a cena con un gruppo di interpreti di LIS con i quali improvvisavamo l'interpretazione di canzoni impossibili da tradurre. Il tutto fu condito da grasse risate. Le persone nel ristorante erano convinte che fossimo tutti sordi!
Mi viene in mente anche una poetessa di lingua italiana, invitata a scrivere dei testi per uno spettacolo bilingue, metà in lingua italiana e metà in LIS. Era esasperata dalle difficoltà di comunicazione con i ragazzi sordi che continuavano a interrompere il dialogo con lei per segnare tra di loro. Per farsi notare, la poetessa cominciò a segnare non dicendo assolutamente nulla ma solo imitando il modo di segnare dei sordi, in questa maniera scatenò l’ilarità e l’attenzione da parte di tutti!
Lingua e cultura sono strettamente legate tra loro. Imparare una nuova lingua è sempre una ricchezza, infatti si imparano molte cose legate alle persone che la parlano e alla loro cultura. Accade lo stesso con la lingua dei segni? Quali ricchezze e benefici, può portare la lingua dei segni a una persona che la impara?
Imparare una qualsiasi lingua, anche il proprio dialetto, è una ricchezza lo sappiamo tutti! La peculiarità di imparare la LIS è legata proprio al mondo della sordità. L'assenza di suoni e di rumori è un’esperienza che da udenti non potremmo mai vivere, ma la lingua dei segni è un modo per intuirne la portata. La diversità della persona sorda per certi aspetti è devastante, eppure fa parte della normalità, almeno per me.
Scopriremo nella prossima puntata cosa significa questa normalità per Carmela. Seguiteci per non perdere la seconda parte dell’intervista, in cui ci racconterà anche la sua esperienza di ricercatrice di LIS. A presto!
VEASYT offre la possibilità di guardare la traduzione di questo articolo in LIS a cura di Francesca R., studente della Laurea Magistrale in Scienze del Linguaggio con specializzazione in lingua dei segni italiana (LIS) presso l'Università Ca' Foscari Venezia.
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