Deaflympics e Giochi Paralimpici
Foto rappresentativa di un'atleta che porta la fiamma olimpica (generata con IA).
Il mese scorso siamo stati con il fiato sospeso mentre, con gli occhi incollati agli schermi, seguivamo tuffi, piroette, lanci, salti. Abbiamo esultato, quasi con le lacrime agli occhi, ogni volta che abbiamo visto il tricolore salire sul podio: ci sono poche cose capaci di tenere così alta la suspense come i Giochi Olimpici.
Dal 26 luglio all’11 agosto di quest’anno Parigi ha ospitato le Olimpiadi 2024, ma lo spettacolo non si è concluso così: dal 28 agosto all’8 settembre, infatti, si sono svolti i XVII Giochi Paralimpici estivi, appena tre anni dopo quelli di Tokyo (previsti inizialmente nel 2020, ma posticipati poi al 2021 causa Covid).
I Giochi Paralimpici presero il via nel lontano 1948 grazie a Sir Ludwig Guttman, neurologo ebreo in fuga dalla Germania nazista e rifugiatosi in Inghilterra assieme alla famiglia. Qui si dedicò alle cure dei veterani piloti della RAF (Royal Air Force) rimasti paralizzati durante le operazioni militari: all'interno della clinica neurologica di Stoke Mandeville, dal lancio di una palla medica alle gare in sedia a rotelle con pallone e mazza da gioco, gli esercizi del dott. Guttman divennero ben presto simbolo della ripresa e della ritrovata forza di vivere dei pazienti.
A sinistra un veterano in sedia a rotelle; a destra due uomini in sedia a rotelle che giocano a basket
Il nuovo metodo riabilitativo del dott. Guttman fece il giro del mondo e in pochi anni erano molti i pazienti che si recavano alla clinica in occasione dei “Giochi di Stoke Mandeville”. Ben presto anche il dott. Antonio Maglio, medico barese dell’INAIL, inizia ad interessarsi al metodo: fra i due si sviluppa una profonda amicizia e, quando Maglio viene inserito nel Comitato organizzatore delle Olimpiadi di Roma del 1960, il sogno di Guttmann diventa realtà. Insieme riescono ad ottenere l’autorizzazione per la partecipazione delle persone disabili ai Giochi Olimpici e così l’Italia diventa teatro dei Primi Giochi Paralimpici della storia.
Ma c’è di più!
A sinistra un'atleta in sedia a rotelle che gioca a tennis; a destra un'atleta con una protesi alla gamba che pratica atletica leggera
Molto tempo prima, nel 1924, in un’epoca in cui le persone sorde erano trattate come intellettualmente inferiori, prive di senno e di linguaggio, grazie al lavoro di Monsieur Rubens-Alcais e Antoine Dresse vennero organizzati i “Giochi Mondiali per Sordi” (poi “Giochi Internazionali dei Sordi” e “Giochi Internazionali Silenziosi”), tenutisi per la prima volta proprio a Parigi e che videro la partecipazione di Belgio, Francia, Gran Bretagna, Ungheria, Italia, Polonia, Romania, Paesi Bassi e Lettonia, con appena 148 atleti in totale, di cui soltanto una donna.
Solo nel 2001 si raggiunse la definizione di DEAFLYMPICS ed attualmente fanno parte dell’ICSD (International Committee of Sports for the Deaf) ben 116 nazioni. I giochi olimpici per persone sorde sono strutturati con particolare attenzione agli aspetti visivi così da abbattere ogni barriera comunicativa. Ogni volta che questi giochi vengono organizzati assistiamo alla viva dimostrazione vera che lo sport non ha limiti.
Non ci resta che aspettare il 2025 per assistere alle prossime Deaflympics; hai già preso il biglietto per Tokyo?
Articolo a cura di Connie Cioccia,
interprete italiano-LIS di VEASYT
Guarda la traduzione in lingua dei segni italiana (LIS) del seguente articolo a cura dell'interprete VEASYT Laura Fedeli:
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