La normalità è un’invenzione dell’uomo!

di M. Greco

Qualche giorno fa ho proposto a Serena e alla sua famiglia, miei cari amici, di fare una chiacchierata assieme per farmi raccontare come vivono la loro quotidianità. Perché Serena è una ragazza di 30 anni con una caratteristica che lei stessa definisce “speciale”: la sindrome di Down.

Foto di Serena ad un matrimonio

Serena ha subito iniziato a raccontarmi quali sono le attività e devo dire che sono davvero tante: “dal lunedì al venerdì, tutte le mattine, partecipo a degli incontri di letture animate e ad attività organizzate dall’ANFFAS [Associazione Nazionale di Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale]. Stiamo in gruppo con una signora che legge a voce alta con noi. Prima di tutto, però, prendiamo tutti insieme un caffè! Nel pomeriggio invece faccio altre attività, ad esempio danza contemporanea e un corso per imparare ad utilizzare il computer. Alcuni fine settimana li passo con gli amici: ci troviamo in una casa apposta per noi tutti assieme, noi ragazzi speciali con sindrome di Down; stiamo insieme, facciamo aperitivi, le pizzate ed altre cose che ci piacciono.” Serena ha anche svolto diverse esperienze lavorative, con positività e precisione. Dice sempre, infatti: “Bisogna essere precisi...in tutto!”. Ma non sempre è stato facile. Le è capitato di non riuscire a stare al passo con i ritmi frenetici di un’azienda e di essere rimproverata per questo. Nonostante l’associazione AIPD (Associazione Italiana Persone Down) accompagni l’inserimento lavorativo dei ragazzi, spesso le ditte fanno fatica a rispettare i tempi con cui le persone come Serena imparano ed elaborano le informazioni nuove. Queste esperienze non le hanno però fatto perdere il sorriso, anzi, hanno rinforzato in lei il coraggio, la determinazione e il rispetto degli impegni presi.

Organizzazione degli impegni in autonomia

Anna, la madre, mi ha raccontato l’esperienza dell’inserimento a scuola che le ha permesso un buono sviluppo relazionale e cognitivo. Si è sempre trovata a proprio agio con gli altri grazie al suo carattere solare, estroverso ed espansivo ma soprattutto grazie alla sua famiglia che l’ha trattata il più possibile come una bambina normodotata. È consapevole del proprio livello di autonomia; sa, per esempio, di non dover chiedere passaggi a sconosciuti e che, in caso di difficoltà, deve usare il cellulare o recarsi in luogo pubblico chiedendo aiuto. Qualche anno fa, durante il Carnevale, si trovava con i genitori in mezzo ad una piazza piena di persone. Stanca della situazione voleva andarsene e chiese le chiavi di casa. I genitori decisero di consegnargliele per la prima volta e la lasciarono tornare a casa da sola, seguendola senza farsi vedere. Da quel giorno Serena ha una copia delle chiavi per lei.
Tra tutte le sue attività, Serena segue anche corsi di autonomia, per prepararsi al momento in cui i suoi genitori faticheranno ad assisterla o non ci saranno più. Per raggiungere ottimi livelli di autonomia, l’AIPD organizza dei weekend di convivenza con altri ragazzi con la stessa sindrome. Durante questi giorni ognuno ha degli impegni e dei compiti da svolgere come fare la spesa, prenotare i ristoranti, organizzare attività per tutti.

Collage di foto di Serena

Anna ha confidato che Serena esprime poche volte i suoi sentimenti, ma è molto contenta della vita che fa e delle esperienze che vive. Quando torna a casa la sera è sempre positiva, carica, pronta per una nuova avventura. “Spesso le persone sono diffidenti e intimorite dalla diversità” continuano i genitori “a queste persone allora consigliamo di farsi forza e di affrontare questo timore, perché un giorno anche loro potranno diventare diversi. Conoscere persone con difficoltà di ogni genere è un arricchimento; ognuno di noi può trasmettere ricchezza agli altri”.
Qualche anno fa, durante la Giornata Nazionale della Persona Down, intervistarono Serena. Alla fine dell’intervista le chiesero: “Cosa significa secondo te la parola “normalità”? Lei, dopo qualche istante, rispose: “Secondo me la normalità non è altro che un’invenzione dell’uomo”. Come non essere d’accordo…

 

Margherita Greco
Assegnista di ricerca del DSLCC presso l'Università Ca' Foscari Venezia.
Interprete italiano-LIS.
"Ognuno di noi ha un paio d'ali, ma solo chi sogna impara a volare". [Jim Morrison]

 

VEASYT offre la possibilità di guardare la traduzione in lingua dei segni italiana (LIS) di questo articolo a cura di Margherita G., interprete italiano - LIS:

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