Il mondo delle cose senza nome (Rossi D., Fazi Editore, 2004) racconta la vita di Andrea e di sua mamma Daniela. Quando Andrea ha solo un anno, le preoccupazioni di una mamma considerata troppo apprensiva trovano improvvisamente una conferma concreta, una diagnosi chiara, racchiusa in una sola parola: sordità. Inizia un percorso genitoriale fatto di dolore, tanti interrogativi e poche risposte, spesso frammentarie e imparziali. Per i genitori di Andrea ciò che fino a quel momento era confuso diventa chiaro, accompagnato da un profondo senso di colpa per non avere riconosciuto prima la sordità del figlio. I segnali, ora evidenti, c’erano già, ma allora sembravano invisibili.
Inizia un cammino alla ricerca di chiarezza e della scelta più adatta. “Qual è il percorso educativo migliore?” “Quale terapia logopedica intraprendere?” Un viaggio fatto di tante domande a cui solo il tempo avrebbe potuto dare risposta: “Andrea riuscirà a parlare?” “Avrà una vita come i suoi coetanei?” “Sarà felice?” Quando arriva una diagnosi inaspettata, come quella che ricevono i genitori di Andrea, tutto cambia. Ma una cosa resta immutata: l’amore profondo di una mamma per il proprio figlio. E quando questo amore sembra passare in secondo piano, sommerso da visite mediche e sedute di logopedia, Daniela sceglie di fare un passo indietro. Non vuole che Andrea cresca infelice, intrappolato tra terapie e appuntamenti medici. Così si impegna a trovare un equilibrio possibile, tra il bisogno di cure e il diritto alla spensieratezza, affinché suo figlio possa sentire e parlare, ma anche essere sereno.
Articolo a cura di Jessica Bennato,
interprete VEASYT italiano-LIS
Guarda la traduzione in lingua dei segni italiana (LIS) del seguente articolo a cura dell'interprete VEASYT Laura Fedeli:
